Le pagine su Fiesole nel libro sulla Toscana nei giorni del lockdown

Ci sono anche pagine dedicate a Fiesole nel volume “Toscana Lockdown”, realizzato dai fotografi Luca Betti e Luciana Petti, con i testi affidati a vari giornalisti, scrittori, poeti. I due fotografi hanno viaggiato per città e paesi della Toscana durante i mesi del confinamento, questa primavera. Realizzando una serie di scatti in bianconero di vie, piazze, monumenti, completamente deserti. Le foto sono diventate una mostra, promossa dal consiglio regionale, che sta girando per la Toscana (“Toscana lockdown – due fotografi con la mascherina”), e un volume che non è semplicemente un catalogo dell’esposizione. Il giornalista e scrittore Paolo Ciampi, curatore del libro (edito da Betti, 19,50 euro) ha infatti affidato ciascuna città a un autore che ha scritto un suo testo che accompagnasse le immagini dei due fotografi. Una ventina di scrittori, giornalisti, poeti (fra cui Tito Barbini, Giovanni Macchia, Denata Ndreca) hanno descritto altrettante città e paesi di una regione divenuta improvvisamente surreale e irriconoscibile. Per descrivere, insieme alle foto “Un presente così forte da essere già ‘storico’”, come scrive lo scrittore Marco Vichi nell’introduzione al volume. 

Il testo relativo a Fiesole – ad accompagnare le foto di una piazza Mino deserta – è stato scritto dal giornalista Damiano Fedeli.  Che comincia così:

Eppure ci dovremmo essere abituati al silenzio, quassù. Non è forse proprio il silenzio che venivano a cercare a Fiesole i viaggiatori del passato o i più curiosi fra i turisti dei nostri giorni che, lasciato il formicolante centro di Firenze, affrontavano la salita di San Francesco per abbracciare tutta la città con uno sguardo solo? È che questo silenzio di ora è diverso da quello di soli pochi mesi fa.

Un reportage poetico e straniante sulla Toscana quello che viene fuori dal volume. “Ogni testimonianza che documenta questo periodo contribuisce a salvare un tassello di memoria, e si sa quanto la memoria può essere importante per affrontare il futuro con strumenti capaci di camminare più agevolmente, per non farci smarrire il senso dell’orientamento”, come scrive ancora Marco Vichi introducendo il libro.