di Damiano Fedeli
È stato completato ieri il trasferimento in un albergo sanitario a Montecatini dei 22 migranti risultati positivi al covid-19 nel Cas, il Centro di accoglienza straordinaria per stranieri a Borgunto, dove si è sviluppato un focolaio di coronavirus. La struttura ospita 52 persone: i trenta ospiti rimasti sono negativi, come rassicura il sindaco Anna Ravoni che al Fiesolano ricostruisce la vicenda. “Le autorità sanitarie hanno identificato il focolaio lunedì. E subito, seguendo i protocolli, gli ospiti che hanno fatto il tampone sono stati isolati dagli altri”. I positivi sono persone sotto i trent’anni e non presentano sintomi.
Da lunedì, dopo la loro identificazione come positivi, non sono più usciti. “È stata usata la stessa procedura che viene seguita per tutti. Facciamo un esempio: io in questo momento sto uscendo. Se domani facessi un tampone positivo, sarei isolata. Ma fino a oggi sarei uscita, inconsapevolmente positiva”, spiega il Sindaco. Che precisa, a chi fra i cittadini di Borgunto ha visto dei ragazzi di colore fuori anche in questi giorni: “Ci sono altri trenta ospiti del Cas, che sono testati negativi, oltre a non aver avuto rapporti diretti con i positivi, cosa che non ha richiesto il loro isolamento. Sono cioè nella stessa condizione di tutti noi. Nei prossimi giorni li vedremo sui bus e alla Coop. Non c’è da essere allarmati”. I tamponi, va detto, sono la fotografia del contagio nel momento in cui vengono fatti. Gli esperti invitano da mesi a non considerarli una “patente di immunità”: una persona che ha il tampone negativo, può contagiarsi un attimo dopo con la sua normale vita di relazioni.
Come fa il Sindaco ad affermare che i positivi non hanno avuto contatti con l’esterno? “La procedura della Asl segue un protocollo ben preciso, lo stesso per tutti. Con un’indagine rigorosa sui contatti dei giorni precedenti. E i risultati sono stati quelli che ho detto. Ripeto: non c’è stata differenza con le procedure seguite normalmente. Anzi, sa cosa? In questo momento a Fiesole ci sono altri 18 cittadini fiesolani che sono in isolamento perché positivi. Persone che, fino al giorno prima di sapere di essere positive, erano in giro, nei negozi, sui mezzi di trasporto. Senza essere allarmisti, ma è giusto essere consapevoli”. Con l’aumento dei casi, le autorità sanitarie stesse affermano che il sistema del tracciamento sta fallendo. “Per quello rimangono sempre valide le misure di sicurezza. Anzi, ancora di più: mascherine, distanze, igiene”, sottolinea Ravoni.
Come mai sono passati diversi giorni dall’identificazione dei positivi al trasferimento negli alberghi sanitari? “Con prefettura e Asl ci siamo attivati subito. Non è stato possibile farlo prima. A Firenze queste strutture sono già strapiene, tanto per dare un quadro della gravità della situazione generale. Vorrei precisare che gli alberghi sanitari non sono cinque stelle dove si fa la bella vita. Sono strutture che la Asl ha chiesto con dei bandi di mettere a disposizione per isolare i positivi. Che così possono avere la loro stanza, con il bagno privato, isolate da tutti gli altri. Le polemiche non hanno senso. Lo stesso trattamento lo hanno i positivi non stranieri. Anche qui a Fiesole a marzo-aprile, durante la prima fase dell’emergenza, ci siamo subito attivati per trovare b&b e affittacamere per mettere strutture a disposizione di chi deve stare in isolamento. E, anche a Firenze, diversi albergatori, con la crisi del turismo attuale, hanno aderito con le loro strutture”.
Se qualcuno approfitta di casi come quello di Fiesole per polemizzare sui migranti che verrebbero a portare i contagi, il sindaco Ravoni puntualizza con fermezza: “Questi ragazzi ospiti qui a Fiesole sono da tanto tempo qua, ben prima dell’emergenza di marzo. Molti mi salutano per la strada perché mi riconoscono. Uno di loro, andando a fare volontariato all’esterno – in un altro Comune, voglio precisare, non qui a Fiesole – ha avuto contatti con una persona positiva. Pur essendo asintomatico, è stato sottoposto a tampone, come da procedura. E così tutti quelli che hanno avuto contatto con lui. Da qui, l’identificazione degli altri casi positivi nella struttura”.
Il sindaco Ravoni tranquillizza e invita a non fare una inutile caccia alle streghe di chi ha un colore della pelle diverso. “Rassicuro ancora una volta: i ragazzi di pelle nera che vedete sugli autobus o alla Coop sono stati tamponati e sono negativi. Sono, lo dico ancora, nella stessa condizione di tutti noi. Sennò che facciamo? Chiudiamo di nuovo tutto e blocchiamo autobus e negozi?”.