di Damiano Fedeli
Non si è fatto a tempo a entrare nella fase 2 che ci siamo trovati proiettati nella successiva fase 3. Senza soluzione di continuità. Con una grande voglia di tornare alla normalità, comprensibile, ci mancherebbe: sacrosanta la voglia di ricominciare a vivere, a lavorare, a incontrarsi. Ma anche, purtroppo, con una gran fretta di dimenticare, pare di cogliere, come se tutto quello che è successo non ci avesse insegnato niente. Dove sono finiti i buoni propositi di quando ci guardavamo smarriti in coda davanti ai negozi ripetendoci “ne usciremo migliori”?. Quale l’attenzione in più verso l’ambiente che giuravamo che avremmo avuto quando, chiusi in casa, vedevamo le immagini della natura che si riappropriava degli spazi o leggevamo i rapporti sulla riduzione dell’inquinamento? Quale il dibattito sul ripensamento sugli stili di vita, sui consumi, anche a livello locale? Dov’è finito il tanto decantato spirito di comunità se non appena è stato possibile siamo tornati ad azzuffarci su cose ridicole, magari un po’ più incattiviti per la mancanza di lavoro o di soldi che la situazione attuale si è portata come corollario?
Tutto quello che avremo imparato sarà portare la mascherina (ma neppure più di tanto, vista la rilassatezza con cui tanti lo fanno nonostante sia un presidio ancora importante) o salutarci con il gomito? Sarebbe davvero ben poca cosa. Staremmo sprecando un’occasione unica per ripensare il nostro modo di rapportarci con le risorse che abbiamo a disposizione che non sono infinite, che ci piaccia o no. Per tutti noi aver trascorso il periodo di chiusura forzata a Fiesole è stato un vantaggio non da poco: provate a immaginarvi per un attimo in un’anonima periferia urbana, tra casermoni di cemento. Sarebbe stata la stessa la quarantena? Ecco che, così, ora è il momento che apprezziamo ancora di più quello che è il nostro patrimonio, fatto di ambiente, di relazioni fra persone, di solidarietà grazie al volontariato. Ed è il momento che ciascuno di noi tiri fuori le idee migliori che ha per continuare a tenere tutto questo vivo.
Il Fiesolano, in questi tre mesi, ha fatto la sua parte, tentando di raccontare il nostro territorio, le tante persone che fanno cose belle e interessanti, le pagine di storia meno note. Cercando in qualche modo di fare rete e, perché no, di tenere insieme la nostra comunità. Finita l’emergenza, prosegue questa missione che ha raccolto l’apprezzamento di tanti di voi che ringrazio di cuore. Aggiornare costantemente richiede però tempo e, quindi, risorse economiche. In tanti mi hanno scritto di essere disposti a sostenere il Fiesolano: sto studiando quale può essere la forma migliore, da una sottoscrizione di sostegno (una sorta di abbonamento sostenitore volontario perché, non preoccupatevi, il Fiesolano rimarrà gratuito) a forme di sponsorizzazione. Vedremo: vi aggiornerò su questo.
Intanto, però, il Fiesolano cambia un po’ pelle (solo di poco, tranquilli) e si trasforma, diciamo, in un settimanale. Con un po’ più storie di approfondimento o interviste e un po’ meno notizie dell’ultim’ora. Con tempi un po’ più dilatati rispetto agli aggiornamenti quotidiani che ho cercato di fornirvi in questi mesi. Ma con la stessa attenzione a valorizzare le storie, le idee e le persone.