Alluvione 66. Quando la tv non filmò gli archivi messi in salvo a San Domenico: “Non sono abbastanza suggestivi”

di Damiano Fedeli
Dicembre 1966. Un mese dopo la tragica alluvione del 4 novembre. Non ci sono soltanto le opere d’arte da salvare e recuperare dal fango. Ci sono anche i tanti documenti degli archivi, preziose testimonianze storiche. La Soprintendenza archivistica per la Toscana, guidata da Giulio Prunai, deve fare un immenso lavoro di recupero, asciugatura e restauro dei documenti. A San Domenico di Fiesole, nel convento, vengono trasportati alcuni dei documenti. Un impiegato della Soprintendenza, Renzo Ristori, scrive note quotidiane al suo responsabile per informarlo dell’andamento delle cose. “A San Domenico – scrive – il priore aveva fatto accendere il termosifone”. Ma il solerte funzionario lo ferma: “ho detto di lasciare spento finché non sarà possibile assicurare un sistema adeguato di areazione. Pensavo che il caldo fermo potesse favorire le muffe sulle pergamene”.

Subito dopo, aggiunge una nota che fa capire come intorno all’alluvione ci fosse un certo clima di spettacolarizzazione. Dove il paziente e oscuro lavoro degli archivisti a San Domenico non era ritenuto abbastanza “drammatico” dalla televisione. “Oggi mentre ero a San Domenico – scrive Ristori – è venuto il Mordini con un certo regista per un documentario sui danni alluvionali etc. Hanno visto il locale, i documenti, il camion che scaricava etc., ma il regista ha detto che non riteneva abbastanza suggestivo tutto questo e che non intendeva filmare. Ho intrapreso una discussione per dimostrargli che invece la cosa poteva avere interesse, ma senza risultati. Volevano vedere enormi cataste di documenti etc.” .

Quell’oscuro lavoro degli archivisti che lavoravano giorno e notte per salvare i documenti non era ritenuto, evidentemente, abbastanza telegenico. Nella sola città di Firenze furono 180 gli archivi colpiti dall’alluvione, collezioni di documenti pubbliche e private: oltre 24mila unità archivistiche e 600 pergamene danneggiate. Oltre ai documenti andati completamente persi.

Immagini e testi:  Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana (dal sito La memoria nel fango dedicato ai 50 anni dell’alluvione nel 2016)