Maturità, la nostra notte “priva” degli esami

di Damiano Fedeli

L’emozione di rito c’è, come sempre. Anzi, per qualcuno avventurarsi in un percorso mai battuto produce qualche ansia in più. I maturandi 2020 cominciano oggi il loro esame. Una maturità senza gli scritti ma solo con un orale, della durata di un’ora, fatto in presenza, a partire da un elaborato interdisciplinare. E naturalmente con tutta una serie di regole di sicurezza, fra distanze, gel e mascherine. I ragazzi che concludono le superiori, dopo un anno azzoppato causa virus, tornano così nelle loro scuole per questo che da sempre è un importante rito di passaggio. Abbiamo chiesto ad alcuni maturandi fiesolani come stanno vivendo l’esame.

“Ho apprezzato che abbiano voluto aiutarci mettendo in evidenza il percorso precedente e facendolo contare 60. Non ho ricevuto invece troppe informazioni sulle modalità pratiche: mascherine, percorsi. Questo mi mette un po’ di ansia, devo dire”, racconta Matilde Tanzella del liceo Galileo che avrà il suo orale domani. “Per l’elaborato mi sono concentrata sulla storia d’amore mitologica di Aconzio e Cidippe per allargarmi a parlare di amore nel mondo classico. Personalmente devo dire che mi è dispiaciuto molto finire il liceo così. Non vedersi con i compagni, non avere il rito del compito tutti insieme. Chiudere l’anno scolastico con un click mi ha dato la sensazione di non aver concluso. E poi, eh, le vacanze post maturità: avevamo già fissato per la Spagna ma dovremo riprogrammare”.

Alessandro Pancani, dello stesso liceo, si dice invece contento per questo esame così particolare. “Alla fine sarà una modalità d’esame che avremo avuto solo noi. E questa sarà una cosa tutta nostra che ci rimarrà per sempre: non mi dispiace”. Il suo esame sarà la settimana prossima. Per l’elaborato (“che mi ha portato via un sacco di tempo, ma sono soddisfatto”) ha individuato un tema che dal mondo classico riporta all’attualità: “Ho scelto la peste di Atene raccontata da Tucidide. Si parte da una traduzione, un’analisi del testo e da lì si fanno i collegamenti fra greco e latino. È stato interessante. Un modo per riprendere in mano la traduzione che durante il periodo di quarantena era stata un po’ accantonata. L’elaborato sostituisce un po’ il secondo scritto, la versione. Ci sono poi italiano, la Costituzione e i vari collegamenti interdisciplinari. Educazione fisica compresa. A dire il vero il dibattito che c’è stato sulla maturità in presenza o online mi ha appassionato poco. L’ho trovato un po’ fuori luogo, davanti a una media di cinquecento morti al giorno. Comunque sono contento di fare in presenza questo passaggio importante della vita. E poi è un’occasione per rivedere i miei amici, i professori, e sarà comunque un’emozione. Con qualche compagno ci siamo visti nelle ultime due settimane per il ripasso. Alla fine la cosa che mi è dispiaciuta di più è aver avuto un anno scolastico mutilato”.

“Abbiamo sentito quelli che hanno già fatto l’esame stamani: è l’elaborato da cui parte tutto il resto. Per il mio ho scelto di affrontare il tema del rapporto fra intellettuali e potere”, racconta Paolo Edlmann, altro maturando del Galileo. “Non lo avrei mai detto, ma anche se la versione di greco non mi sarebbe mai riuscita, mi dispiace davvero di non poter fare l’esame classico. Ora invece niente ripasso con gli amici. Nemmeno la notte prima degli esami abbiamo potuto fare. Dopo l’esame andremo all’Elba con degli amici, sempre che smetta di piovere. Cosa farò dopo? Scienze politiche, credo. Ma il mio sogno è quello di fare lo scrittore”.

(foto:  Green Chameleon – Unsplash)