di Damiano Fedeli
Nadia Nencioni aveva nove anni. Era nata a Fiesole il 4 novembre del 1984. Sua sorellina Caterina appena 50 giorni di vita: anche lei era nata a Fiesole, il 6 aprile del 1993. Sono loro le due vittime più giovani di quella maledetta notte di ventisette anni fa, quando pochi minuti dopo le una di notte del 27 maggio l’esplosione di un’autobomba piazzata dalla mafia squarciò il silenzio della notte nel centro fiorentino. Portandosi via le vite oltre che delle due bambine, dei loro genitori, Fabrizio Nencioni (39 anni) e Angela Fiume (31 anni) e dello studente universitario ligure Dario Capolicchio (22 anni). Distrutta la Torre del Pulci, sede dell’Accademia dei Georgofili, danneggiate gravemente opere degli Uffizi, come l’Adorazione dei pastori di Gherardo delle Notti.
Cinque vite spezzate. Una ferita gravissima portata da Cosa nostra nel pieno centro di Firenze. Quest’anno, le celebrazioni per l’anniversario si sono spostate online. E questo è anche il primo anniversario della strage senza Giovanna Maggiani Chelli, la storica presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, scomparsa nell’agosto scorso.
Secondo il procuratore Giuseppe Nicolosi – che partecipò insieme a Gabriele Chelazzi alle indagini del 1993 – intervistato dal Tg Regionale Rai, dei Georgofili “Sappiamo tutto sulla fase esecutiva, sull’esplosivo, e anche sui mandanti di Cosa nostra. Forse c’è ancora da approfondire su alcuni concorrenti esterni; persone che aveva interessi convergenti con quelli della mafia”.
Alle due bambine nate qui è intitolato l’asilo nido fiesolano. Una poesia di Nadia, scritta a scuola, è stata scolpita nella lapide fiorentina che ricorda l’attentato: “Il pomeriggio / se ne va / il tramonto si avvicina / un momento stupendo / Il sole sta andando via (a letto) / È già sera / Tutto è finito”.